M. è un giovane ventenne che manifesta problemi di depressione, problemi personali.
L’infanzia di M. è stata complicata, aveva problemi a scuola e nelle relazioni, causati probabilmente da un disturbo psichiatrico che la famiglia non ha voluto riconoscere. Era un bambino e poi un adolescente difficile da gestire e dopo la separazione dei genitori, in seguito a varie problematicità è stato collocato in una comunità. Si è trovato in una condizione di sostanziale abbandono. Non riesce a portare avanti nessun progetto che inizia.
E’ entrato nel progetto di Housing First poco prima dell’inizio della pandemia con tante aspettative, purtroppo inizialmente deluse a causa delle restrizioni. Gli operatori hanno tentato di costruire la relazione tramite le videochiamate.
“Aveva tanta voglia di dire, di pensare. E’ una persona che ci crede. Alla fine lui era felice che andavo a trovarlo. Aspettava di incontrarci e fermarmi. Passare del tempo insieme. CI siamo messi a fare ginnastica nel giardino condominiale. Immaginare come passare il tempo. Nella difficoltà questo tempo è stato importante, ha consentito di creare un rapporto particolare, di incontro di scambio e di condivisione.”