Un tempo significativo è quello della pandemia che stiamo vivendo. Certamente un tempo di riflessione sia sul nostro modo di operare ma anche sul rapporto verso gli altri. Oggi la pandemia ci insegna, con un certo realismo, a fare attenzione all’altro. Attenti a non avvicinarsi troppo, all’uso dei dispositivi di sicurezza per non contaminare o essere contaminati, attenti all’ igiene personale, insomma attenti a tutto. In pratica questo virus ci fa vedere l’altro come un potenziale problema per se stessi e per ognuno.
E’ molto interessante. La base infatti della missionarietà della Chiesa e dell’opera della Caritas è proprio l’attenzione all’altro. Ma allora quale attenzione seguire? Quella che vede l’altro come un problema o quella che vede l’altro come Altro, cioè come immagine di Gesù Cristo riflessa nel volto di ciascuno di noi? Questo dubbio non può di certo rallentare la nostra opera, piuttosto ci sollecita ad una doppia attenzione, ad una maggiore sensibilità e soprattutto risposta a quelle situazioni che, pandemia o no, sono ben presenti sul nostro territorio. Che paradosso, vivere dell’attenzione all’altro facendo attenzione a lui. Certo una società che si orienta sempre più verso l’isolamento, che si impone di sostituire la famiglia con un nucleo monoparentale, verso una certa autonomia gli uni dagli altri forse riesce ad assimilare il concetto che l’altro sia un qualcuno dal quale bisogna stare attenti. Per la Caritas non lo sarà mai perché mai potrà tradire il messaggio di Gesù Cristo. L’attenzione all’altro rimane quel bisogno primario che muove la vita della Chiesa. Naturalmente, adattando la modalità di vicinanza a seconda delle necessità di ogni tempo. Anche Caritas Trieste ha approfittato di questo periodo che obbliga le persone ad una maggiore permanenza a casa per implementare la formazione sia degli operatori che dei volontari. Sono stati istituiti dei percorsi formativi che attraverso lo strumento multimediale, ci hanno aiutato a crescere e a considerare sotto diversi aspetti le realtà di sofferenza che stiamo vivendo. Un altro capitolo importante è quello riservato alle donazioni in cibo da distribuire concretamente alle famiglie ed alle persone in difficoltà. Un’attenzione all’altro che non è puro assistenzialismo - che di questi tempi andrebbe pure bene… - ma un intervento emergenziale in una situazione che appena vede qualche spiraglio di luce così incontra qualche nuova nube sul proprio futuro.
sac. Alessandro Amodeo, direttore Caritas Trieste