Sono trascorsi ormai sette mesi dall’inizio dell’emergenza Covid-19 che ha coinvolto il mondo intero. La Chiesa di Trieste propone un’analisi approfondita sui bisogni del territorio e le risposte fornite attraverso i servizi già in essere e all’attivazione di nuovi servizi allestiti ad hoc in considerazione del cambiamento delle fasi dell’epidemia. All’evidente rischio di un peggioramento della situazione economica, si aggiunge la preoccupazione dell’approccio psicologico della popolazione ad una situazione imprevedibile, poco chiara che talvolta si manifesta in misure apparentemente contraddittorie, alla difficoltà di dover ripensare alla propria quotidianità e alle relazioni, tanto da sviluppare forme di malessere e resistenza che possono sfociare in depressioni generate dall’incertezza per il futuro, dalla solitudine e dalla paura o al contrario nell’atteggiamento del negazionismo (negazione della malattia, della sofferenza, percezione delle misure di prevenzione come riduzione delle libertà individuali).
Tra gli elementi emersi in questo numero del Flash Report si segnalano:
Un aumento percentuale del numero dei residenti che accedono al servizio del refettorio (passando dal 3,6% all’8,6%). Il dato segnala una possibile crescita della povertà assoluta, di chi ha bisogno di rivolgersi ai nostri servizi per avere un pasto caldo.
La crescita delle accoglienze di persone residenti inviate dai Servizi Sociali del Comune di Trieste passando da 70 a 129 accoglienze, dovuto alla maggiore disponibilità dei posti in accordo con il Comune che ha fatto la scelta di organizzare un sistema che vada oltre l’emergenza e preveda un sistema di sostegno più strutturato per intervenire e sostenere le persone in difficoltà
La ripresa dei servizi di ascolto in carcere, che erano stati sospesi durante la pandemia, creando un vuoto di presenza e di momenti di confronto che talvolta è stato fatto presente attraverso le lettere che i detenuti hanno inviato in Caritas sia per chiedere aiuti materiali che per raccontarsi in questo momento di particolare preoccupazione per chi non può stare vicino ai propri cari
Le nuove attività di formazione rivolte a chi si prende cura delle persone fragili che passano nei nostri servizi, partendo dall’organizzazione di webinar nazionali sui “Bambini invisibili. I figli della tratta” e della mostra collegata che in questi giorni è esposta in Eataly.
Il desiderio di dare voce a realtà del territorio e della Chiesa di Trieste che in questi mesi hanno continuato ad essere attivi sul territorio: il movimento dei Focolari e l’OMA (Oratorio Maria Ausiliatrice) che in modo diverso sostengono le famiglie e operano contro la povertà educativa.
Per consultare gli altri report di Caritas Trieste, clicca qui
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